Rio Bujon
Si deve il nome ai “bui” cioè pozze, buchi melmosi. (un “bui” è ancora visibile presso il Centro Pastorale Giovanni Polo II).
Tanti piccoli ruscelli e olle di risorgiva sgorgano, oggi non più visibili, oltre il lago La Vallada, alimentano il Rio e uscendo in fitto reticolato formano più a valle tre rogge (un tempo chiamate Rio Follo e Rio Oltrelacqua, quest’ultimo formava un altro laghetto). Le tre rogge si uniscono nella bassura diventando Rio Bujon, nel quale affluiscono altri corsi d’acqua provenienti dalle zone Via Zuccolo, Via Correr, Via dell’Agnesina, Via Rivierasca.
Pur se di quantità d’acqua limitata, il Rio Bujon e i suoi tributari hanno alimentato diverse attività: in tempi lontani la follatura dei panni, la macina nel Mulino di sopra, ormai scomparso, e nel Mulino di sotto presso il Castello, la tessitura e in tempi più recenti la produzione di energia elettrica e l’allevamento di trote.
Una curiosità: in secoli passati questo corso d’acqua era per bestemmiatori e malfattori il luogo dove scontare la condanna. Una, due, tre immersioni a testa in giù a seconda della gravità del reato.