GIOVANNI TOFFOLI (abate Toffoli)
“Giovanni Toffoli nacque a Porcia il 27 maggio 1819 e morì il 29 settembre 1884. Scrive Forniz che Toffoli viveva all’angolo tra il vecchio borgo San Cristoforo e Via Villa Scura, in una casa ornata da una graziosa Annunciazione dipinta a fresco ai due lati del portale …
Nel 1826 Giovanni compare iscritto nell’elenco dei bambini frequentanti le scuole elementari minori comunali. Avviato poi agli studi teologici, è ordinato sacerdote nel 1841, all’età di 22 anni: a Porcia celebrerà la sua prima Messa. Sarà cappellano nella parrocchia di Palse e dal 1845 figura anche nella parrocchia di Porcia in qualità di maestro cappellano; successivamente, ottenuta l’abilitazione all’insegnamento elementare come previsto dal Governo austriaco, sarà maestro comunale. Don Giovanni Toffoli sarà successivamente chiamato “abate” in quanto beneficiario di una rendita, il beneficio di Santa Maria, dal quale gli derivavano anche gli obblighi di maestro.
Non solo sacerdote e maestro, l’abate Toffoli si distinse anche come valente ritrattista e paesaggista. Allievo e amico dell’artista Michelangelo Grigoletti, del Toffoli si conservano in collezioni private e in musei numerose opere, tra le quali la sanguigna su carta Castello di Porcia, ritratti dei genitori e di personalità del tempo, il suo autoritratto e l’autocaricatura, nonché dipinti di soggetto religioso.
Una personalità eclettica quella dell’abate Toffoli, come emerge dai versi sdruccioli a lui dedicati da Giorgio Galvani: “Chi non conosce il nostro abate Toffoli, / pittor, poeta, poliglotto, affabile? / Eccolo là in giardin, per tôrti viottoli / lungo e magro se’ n va con pié instancabili. / Sbocciano al suo passar fiori e carcioffoli / mentre con man maestra inarrivabile / siepe converte e fossa ed aspri ciottoli / in macchie laghi di beltà mirabile. / Col gajo umor, col frizzo inesauribile / destò nei mille amici un’indelebile / senso d’ammirazione indescrivibile. / E a me, con l’estro mio sì flebile / ritrarlo in versi come fia possibile, / se mancami persin la rima in ebile?”
Giovanni Toffoli, nutrito di idee liberali, pur se sacerdote (alla voce anno 1848 egli è indicato tra i sacerdoti della parrocchia di Porcia nell’Almanacco Diocesano di Concordia) professò convinzioni di fiero patriota e insofferenza verso il dominio straniero, non deve quindi stupire il suo arresto nella breve stagione del ’48 friulano.
1870: la popolazione a Porcia raggiunge le 2176 unità, la Chiesa è non solo vetusta e in uno stato di degrado, ma ormai inadatta a ospitare il crescente numero di fedeli. All’abate Toffoli viene affidata la direzione amministrativa dei lavori di ampliamento della chiesa arcipretale su progetto di Silvio Pitter. Alle spese contribuì tutta la popolazione.
Dalla Lettera del Toffoli ai posteri – documento di proprietà della Canonica di Porcia (Siamo dunque “Porciotti” o ……Purliliesi?)
Bibliografia: Caterina Diemoz e Stefano Aloisi – Giovanni Toffoli un abate artista nel Risorgimento friulano, Porcia 2008