Sant’Antonio

Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio

Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio

Interessante la chiesa parrocchiale, anch’essa dedicata a Sant’Antonio, opera dei progettisti G. Gresleri ed S. Varnier, realizzata nel 1970.

Si tratta di una costruzione moderna, in cui l’architettura e la sua ambientazione invitano ad una partecipazione cosciente e devota e sottolineano la convergenza della comunità verso il santuario, eliminando tutto quanto può creare un’aria scenografica impressionante. L’altare, del medesimo materiale dei banchi della navata, completa con la sua collocazione, la forma convergente dell’assemblea. All’interno del presbiterio si è avuto riguardo di non generare la dispersione delle funzioni proprie di ciascun luogo: l’altare, l’ambone, la sede, il tabernacolo, le credenze, ecc. Si è previsto pure una zona dedicata al battistero, al confessionale e all’ambiente devozionale privato, un tempo ad una quota inferiore rispetto al pavimento della navata, vicino alle vetrate, sfruttando la parte inclinata finale della copertura che crea una scala più ridotta.

Si potrebbe notare come scarsa l’eccessiva importanza data al crocifisso (di maggiori dimensioni in proporzione allo spazio) e la circostanza che la vetrata di fondo, dietro al presbiterio, situa il sacerdote in controluce per lo sguardo dei fedeli. D’altra parte la trasparenza di tutte le vetrate di questa chiesa, raggiante di semplicità e povertà evangelica, avvicina la naturalezza viva dell’esterno e in un certo modo la introduce nell’ambito ecclesiale, creando un’atmosfera di pace, di silenzio, di innocenza che invita alla preghiera.
Inutile cercare simbolismi: le travi inclinate della copertura non simboleggiano nulla, dice l’architetto, né il mistero dell’incarnazione, né l’elevazione a Dio, né la tenda del deserto. Si è semplicemente cercata la soluzione che fosse più funzionale, duratura ed economica. Non si può nemmeno dire che nel disegno di questo edificio si prescinde dalla teologia. Al contrario, ispirandosi alla teologia del Popolo di Dio e del culto cristiano, l’architetto ha voluto creare uno spazio per la comunità cristiana che vive a Porcia. Rifiutandosi di definirsi come architettura “templaria”, questa semplice costruzione aiuta a scoprire la “ecclesia” vera e viva.

Prescinde da tutto il simbolismo posticcio, incluso quello del triangolo, ed evita tutte le considerazioni di sacralità che allontanino dallo spazio secolare. Si scartarono tutti i trattamenti plastici di eccezione e tutte le rifiniture. Si rinunciò volutamente a tutto il gusto eccessivo e a tutto quell’impegno di grandezza e ostentazione.
La morfologia dell’edificio si adatta perfettamente alle costruzioni vicine: le dimensioni sono talmente discrete che la sua presenza si può amorevolmente notare od ignorare.

La statua della Madonna è stata invece scolpita in stile gotico da Vincenzo Demetz, per richiamare il contesto eclettico del luogo, ed è affiancata dalla statua lignea di Sant’Antonio, unica nel suo genere, scolpita interamente a mano su legno di cirmolo. L’opera è stata eseguita con colori ad olio dallo scultore altoatesino Ferdinand Stuflesser nel 1978, assieme alla Via Crucis, collocata sulla parete sud della chiesa.